lunedì 2 novembre 2015

Quando amare fa rima con “rubare”

Amore per l'oggetto sottratto

Il furbetto, acrilico su tela di Flavio Lappo


Ci sono persone che si innamorano sempre della donna o dell'uomo di qualcun altro. Può capitare a tutti, ma quando diventa una costante non è più un caso bensì una ripetizione ossessiva che fa male a tutti. Sappiamo quanto innamorarsi di qualcuno impegnato sia una catastrofe per tutte le conseguenze che ne derivano, dall'impossibilità di una relazione vissuta giorno per giorno fino al rischio continuo di essere scoperti dal partner ufficiale. Ma come mai mi continuo ad innamorare di persone impegnate? È la domanda ricorrente. La risposta: perché per te l'amore diventa eccitante se è un “furto”. Tutti da bambini abbiamo rubato un oggetto piccolo e insignificante: alzi la mano chi non lo fa fatto? Mi riferisco ad un'età in cui si è consapevoli che si sta rubando e ci si prepara all'azione. Giunti sul luogo del “delitto”, l'adrenalina sale, si prova un'ebrezza piacevole e allo stesso tempo paurosa, ma vinto ogni timore si allunga la mano. Quell'oggetto è nostro, se nessuno ci coglie in fallo e non viviamo la vergogna di sentirci ladri possiamo tranquillamente riprovarci. Nella maggior parte dei casi non si diventa rapinatori seriali e la soddisfazione di aver infranto le regole è sufficiente, non c'è bisogno di scomodare Freud per capirlo. Ma se l'appropriamento indebito diventa l'unica modalità di acquisto, ecco che ci trasformiamo in ladri e non sempre di oggetti...a volte di persone. Insomma certi esseri umani riescono ad amare solo così e non sempre per non prendersi la responsabilità dell'amore di coppia stabile. Certo è che una volta conquistato il bottino spesso l'amore svanisce e la ricerca di una uova preda diventa impellente. A meno che si abbia voglia di fermarsi a riflettere per cercare la via d'uscita.

Maria Giovanna Farina

© Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento